Ieri ho scritto finalmente la pagina dei
Ringraziamenti.
È incredibile pensare che ho creato un libro
intero in maniera più o meno spedita e che mi sono, invece, bloccata su una
sola pagina (due, in verità). Non riuscivo proprio ad iniziarla, ad essere
sinceri.
Mi ci sono voluti giorni e giorni per far ordine
nella mia testa. Credo che il momento in cui ti fermi a pensare a chi hai
avuto al tuo fianco in un percorso importante sia quello che sancisce
definitivamente la fine del viaggio. Ad avermi accompagnato in questa avventura
sono stati davvero in tanti, ed ora che mi trovo a considerare quanto di quel
tragitto sarei riuscita a percorrere senza alcuni di loro, capisco anche il
motivo della mia titubanza: con le mie parole vorrei poter ricambiare, ma si
tratta di uno scambio non equo. Anche perché più che chi ringraziare, bisogna capire per cosa si dice grazie.
Posso dire “grazie” anche mille volte, ma non sarò
mai capace di spiegare cosa significa stare al telefono con una persona (io che odio il telefono), immaginando
che siano passati cinque minuti e invece è trascorsa più di un’ora. Né sarebbe
semplice spiegare l’emozione di guardare finalmente quel qualcuno negli occhi e contrarre in quello sguardo anni di parole.
Vorrei potervi dire che scrivere dà solo gioia e
amore e felicità.
Invece è una strada dissestata, piena di insidie e con tratti
molto lunghi in piena oscurità. A meno che non si abbia una rendita fissa, una
donna delle pulizie, una cuoca e una babysitter, scrivere è spesso un ostacolo
alle attività quotidiane, fonte di discussioni e di litigi, oggetto di scherno
e leva delle emozioni. Quando penso ai “costi” emotivi della mia passione,
credetemi, non mi sento un’eroina. Eppure, all’interno di questa linea retta di
cui si cerca di comprendere l’inizio
e la fine – la scrittura, il
matrimonio, la vita – è facile che non si ottengano affatto le risposte che si
cercavano, ma che si scoprano invece aspetti straordinari di sé e di chi ci sta
a fianco.
Ho scritto la pagina dei Ringraziamenti, ieri,
cercando di avere una parola speciale per tutti. Sarà di sicuro inadeguata,
avrò dimenticato qualcuno di cruciale, sarà “ingessata” come lo sfoggio del
vestitino di domenica pieno di naftalina.
Quella pagina non sarà mai all’altezza del suo
compito perché c’è un momento, quello in cui apri gli occhi alle cinque del
mattino e in silenzio percorri il corridoio fino al computer, in cui sotto la pelle
scorre un fremito di trepidazione. È il momento in cui i sensi si acuiscono, in
cui tutto dentro di te appare chiaro e lucido. È il momento in cui,
personalmente, entro davvero in contatto con il resto del mondo, quello in cui faccio pace dentro e fuori di me.
È quello. Quello è il momento per cui dico GRAZIE e lo dico a tutti coloro che, con il loro contributo - un commento sul web, un bacio a sfiorarmi le labbra, una carezza sulla spalla, una telefonata inaspettata, una recensione, il preziosissimo regalo di un'ora di libertà dalle incombenze quotidiane - mi hanno aiutato e mi aiutano a vivere la scrittura.
Ricordatelo, quando leggerete quelle pagine.
Tocchi il cuore, l'anima, il corpo.
RispondiEliminaCome sempre quando scrivi.
Da sempre, per me. Dal momento in cui ho iniziato a leggere, ad assorbire ogni tua parola.
Sono felice per te.
Per ogni lacrima che credo tu abbia sicuramente a volte versato: per paura, timore, tristezza, ma anche di speranza, di gioia, del più sano orgoglio.
Ti auguro il meglio, cara Maria Luisa.
Lo meriti, soprattutto per la grande umiltà che ancora una volta dimostri e per quello che ritieni importante e fondamentale nella tua vita: "Eppure, all’interno di questa linea retta di cui si cerca di comprendere l’inizio e la fine – la scrittura, il matrimonio, la vita – è facile che non si ottengano affatto le risposte che si cercavano, ma che si scoprano invece aspetti straordinari di sé e di chi ci sta a fianco". Ho citato queste tue stesse parole in quanto le ho lette e rilette, e mi hanno commosso. Sono lacrime che accetto con gioia e che fanno parte ancora di me.
Sono orgogliosa di te, splendida vomitina.
Una stretta di mano, cara. E poi un abbraccio.
Caterina.
Ecco, questo è il momento in cui ho la certezza che la parola "Grazie" non sarà mai abbastanza.
EliminaE' una gioia e un onore raccogliere le tue lacrime, amica mia.
Una gioa e un onore.
Amerò leggere anche queste due pagine perchè, come tutto ciò che scrivi, partono dal cuore ed arrivano al cuore.
RispondiEliminaMi commuovi!
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