sabato 25 febbraio 2012

Recensione: "Il tizio della tomba accanto" di Katarina Mazetti

"Desirée è una bibliotecaria di trentacinque anni rimasta vedova di un biologo bello e intelligente, che non ha mai però conosciuto davvero. Quando lui è morto, investito da un camion, lei si è sentita tradita e offesa, e durante le ore che passa sulla panchina del cimitero davanti alla sua lapide, essenziale e sobria, più che dolore prova un inspiegabile risentimento. Benny è un allevatore di vacche da latte, rimasto solo a gestire la sua fattoria da quando la madre è morta. La sua vita è scandita dagli imprescindibili orari delle mungiture e dalle lunghe visite al cimitero, durante le quali si dedica con passione alla cura della tomba dei genitori, pacchiana e kitsch quanto basta per far inorridire Desirée. I due si ritrovano a volte seduti sulla stessa panchina e l'antipatia è tanto reciproca quanto intensa. Fino a quando, un giorno, un casuale scambio di sorrisi fa scattare la scintilla e miracolosamente tutto cambia."

La prima cosa che mi ha incuriosita di questo libro è stata la copertina.
A pelle, mi piaceva il contrasto di colori. Poi, ho letto l’introduzione (che vi ho riportato sopra) e ho trovato l’idea della trama molto originale. Quindi, così, mentre sbrigavo le faccende di casa, ho iniziato a leggere.
Quel giorno abbiamo mangiato pasta e formaggino. Perché li avevo in casa.
Odio le cose del tipo “un libro in un solo giorno”, ma è stato proprio ciò che è accaduto.
Desirée è una donna sola, che aveva trovato nel marito una scelta pragmatica e appropriata alla vita perbene che i suoi genitori le avevano inculcato come a lei confacente. Colori sbiaditi e aspetto anonimo, i suoi tratti distintivi, come se volesse urlare al mondo che si prende troppo sul serio per curarsi di inezie come il suo aspetto esteriore. Benny è un allevatore, formato alla dura vita nei campi e con tante rinunce alle spalle per proseguire l’attività di famiglia (attività continuamente sull’orlo del fallimento). E’ una persona pratica, una di quelle che guarda un libro solo per capire se è dello spessore giusto per ritrovare l’equilibrio di un tavolo traballante. E’ in una fase della sua vita in cui pensa sia appropriato sposare altre due braccia utili per il lavoro.
Nessuno è preparato al sentimento che, fulmineo ed inaspettato, scoccherà tra loro e a cui non riusciranno a sottrarsi.
Katarina Mazetti ha un’ironia spietata e non la risparmia a nessuno. I due protagonisti sono, nello stesso tempo, geniali e ridicoli. Non ci sono eroi, in questo libro, ma solo individui veri, con più debolezze e paranoie che nobili sentimenti e stralci di poesia. Nessun profumo aulico ed inebriante, ma solo puzza di stalla ed inettitudine alle fatiche domestiche.
Ho adorato "Il tizio della tomba accanto". In alcuni passaggi, mi sono ritrovata a scoppiare a ridere, per poi guardarmi intorno, timorosa di essere scoperta in flagranza di reato. La scrittura della Mazetti è fresca, briosa e sagace. Il pov alternato fa calare il lettore nella mente prima dell’uno e poi dell’altro personaggio, senza risentire di un grosso stacco narrativo, ma distinguendo, ugualmente bene, i due caratteri.
E’ una storia realistica.
Sapevo fin dall’inizio di non potermi aspettare un finale a cuoricini, non sarebbe stato all’altezza di questa scrittrice. Eppure, il finale lo trovo esattamente “giusto” per questi due *eroi di tutti i giorni*. Una storia che si basa sulle sfumature della vita, sulle divergenze che si tenta in ogni modo di far diventare convergenze, sulla tenacia con cui ci si aggrappa alle proprie convinzioni col rischio, spesso, di perdersi esperienze incredibilmente emozionanti strada facendo.
Lo consiglio davvero a tutti, precisando che in un viaggio, talvolta, non è importante dove si arriva, ma il percorso che si compie per farlo. E, soprattutto, in compagnia di chi.
La Mazetti ha scritto anche il seguito, intitolato "Tomba di famiglia", che sto attualmente leggendo.
Buonissima lettura a tutti XD


2 commenti:

  1. L'ho messo in lista d'attesa dopo la tua recensione. L'ho letto e devo dire che mi è piaciuto molto, ma non riesco a dargli più di tre su cinque. Non so perchè: la narrazione, ironica fino a farmi ridere come una scema davanti al libro, e ottima nell'alternarsi dei due punti di vista; e il finale aperto, dà un senso di realtà a tutto, visto che la parola fine si legge solo nel romanzo e non nelle vicende di vita vera.
    Ma forse mi aspettavo qualcosa di diverso, non so nemmeno io come ragiona la mia lettrice interiore!
    Leggerò anche il seguito comunque, anche se hai detto che vale meno del primo.
    Grazie!

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    1. Ma figurati! Son contenta che ti sia piaciuto, anche se non ti ha conquistata come è capitato a me. Credo che l'impatto di un libro sul lettore dipenda molto anche dallo stato d'animo: al tempo in cui scovai la Mazetti ero stufa di paranormal romance scadenti e ripetitivi, quindi, questa storia s'è inserita a pennello. Mi serviva la narrazione fresca e frizzante di questa autrice, così come una trama originale e un po' sui generis, specie con un finale "aperto". E' proprio il caso di dire "il libro giusto al momento giusto".
      Grazie a te per avermi lasciato il tuo pensiero a riguardo :*

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